TESTIMONIANZA MD 3 - Marcello Bari (Roma)
Marcello Bari (irosando@gmail.com) - Personal Trainer BIIOSystem®
Questo è il resoconto del mio primo digiuno modificato, con il quale vi tedierò per i prossimi 5/10 minuti.
Chiunque voglia cimentarsi nella lettura, assuma, per favore, almeno 10 gr di BCAA, perché sto per esaurire tutte le vostre scorte di glicogeno velocemente e non voglio essere accusato di catabolismo aggravato da futili motivi;)
Immagino che molti di voi abbiano già digiunato e conoscano il Muscle Detox (da ora in poi M.D.)....
Questo è il resoconto del mio primo digiuno modificato, con il quale vi tedierò per i prossimi 5/10 minuti.
Chiunque voglia cimentarsi nella lettura, assuma, per favore, almeno 10 gr di BCAA, perché sto per esaurire tutte le vostre scorte di glicogeno velocemente e non voglio essere accusato di catabolismo aggravato da futili motivi;)
Immagino che molti di voi abbiano già digiunato e conoscano il Muscle Detox (da ora in poi M.D.)....
Perché ho deciso di digiunare?
1. Volevo ridurre drasticamente la massa grassa del mio corpo
2. Cerco sempre di sperimentare su me stesso ciò che mi incuriosisce e stimola, per capire se l’interesse è fondato, per approfondirlo o abbandonarlo.
Alcuni dati personali necessari prima di cominciare:
Ho 35 anni, sono in piena salute (colon irritabile a parte) e sono capace di intendere e di volere.
Composizione corporea (da adipometro):
1. Volevo ridurre drasticamente la massa grassa del mio corpo
2. Cerco sempre di sperimentare su me stesso ciò che mi incuriosisce e stimola, per capire se l’interesse è fondato, per approfondirlo o abbandonarlo.
Alcuni dati personali necessari prima di cominciare:
Ho 35 anni, sono in piena salute (colon irritabile a parte) e sono capace di intendere e di volere.
Composizione corporea (da adipometro):
- massa grassa 17,50%,
- massa magra 22,50%
- acqua 60% (ahimè);
- Metabolismo basale: 1760 Kcal
- Peso: 78-79 kg (vestito e prima di decidere per il digiuno)
- Altezza: 180 cm
Il resoconto è uno strumento che non serve solo a raccontare, descrivere un’esperienza, ma rendere conto a sé stessi e agli altri il valore intrinseco di quanto esperito. A tal fine, deve riportare fedelmente il corso degli eventi, ma soprattutto le emozioni provate: da queste nascono i migliori perché, cui seguono rivelanti risposte.
Riporterò con totale onestà ciò che ho fatto.
Non ho eseguito il M.D. come da manuale, nello specifico:
- Non sono ricorso ai due giorni di preparazione con graduale riduzione del cibo
- Non mi sono pesato come indicato
Da tempo volevo provare il M.D., l’idea mi girava intesta, ma avevo alcuni timori:
paura della fame, di non farcela, di perdere troppa massa magra, di non riuscire a continuare la mia vita normalmente (lavoro ecc), di scoprire che sarebbe stato uno sforzo inutile.
E così, una domenica mattina mi sono svegliato e in una frazione di secondo ho deciso di digiunare. Decidere in maniera risoluta, senza pianificazione, mi è servito a smettere di pensare e passare all’azione. Una scelta d’urto.
Descriverò quindi un digiuno eseguito come “agito emotivo”, non pianificato e quindi imperfetto ai fini di una matematica registrazione dei reali cambiamenti fisici, ma funzionale a farmi un’idea della sua utilità personale.
I primi tre giorni sono stati i più impegnativi. Il mio corpo non aveva mai affrontato 5 gg di digiuno consecutivi, al massimo due o tre, ma nel corso di malattie che avevano fisiologicamente azzerato l’appetito senza nessuno sforzo da parte mia.
Non sono un medico, farò ricorso alle mie capacità propriocettive per descrivere al meglio le sensazioni, nella speranza di non darvi impressioni fuorvianti.
La mente. IL PRIMO GIORNO ho avvertito una chiara stanchezza mentale. Ho inoltre riscontrato più difficoltà a richiamare le informazioni dalla memoria procedurale, specie nella mia attività lavorativa dove, tastiera alla mano, la routine ti porta a fare le cose in automatico.
Era impegnativo eseguire manualmente ciò che poco prima avveniva automaticamente.
Il corpo mi chiedeva cibo, ma non era la fame il vero problema, bensì il fisiologico calo di energie per chi, come me, è abituato a mettere in bocca qualcosa al primo segnale di fame, e c’era la paura di dover mollare per non mancare ai doveri (lavoro in primis).
L’indomani, ho precauzionalmente preso un giorno di ferie perché volevo stare tranquillo. La mattina, contro ogni mia previsione, ero carico: ho pulito tutta casa, fatto la spesa, ho montato il nuovo tubo doccia e smontato tutti i filtri dei rubinetti che andavano cambiati.
Dopo pranzo, ho sentito il vitale bisogno di dormire.
Solitamente non riesco a dormire nel pomeriggio: anche se il mio corpo è stanco, la mente, perennemente attiva, non me lo consente, al massimo chiudo gli occhi e riposo un po’. Ebbene, questa volta sono crollato in un sonno profondo dal quale non riuscivo a venire fuori.
A fatica, dopo un paio d’ore, mi sono messo in piedi ed ero come rinato: le forze erano tutte li. Stavo bene.
IL TERZO GIORNO sono andato al lavoro. Ero un po’ giù di tono e temevo avrei ceduto alla spossatezza mattutina.
Sono ricorso allora a un ottimo consiglio e ho utilizzato un limone: il succo (e solo il succo) mi ha ridato energia, e la sensazione di avere qualcosa tra i denti ha fatto tacere la mente. Durante il pomeriggio non ho riposato, sono andato al tirocinio e sono tornato a casa alle 21.
Ho cenato. Morpheus e sono svenuto a letto.
Il sonno. Fino a questo momento, il sonno era stato indispensabile per ritrovare le energie nei momenti di spossatezza. Dopo cena, tardava a volte ad arrivare (specie se avevo dormito nel pomeriggio), ma, una volta assopitomi, era molto profondo. Mi è capitato di svegliarmi una o due ore prima del previsto sentendomi vigile. Ma riuscivo a riaddormentarmi fino alle 7:00.
I chetoni. Al quarto giorno, mi sono svegliato alla grande. Il mio copro aveva probabilmente cominciato a produrre chetoni e il mio cervello e il resto a nutrirsene. Mi sentivo “normale”: attenzione, energia, presenza fisica e mentale ecc. Mi sono sentito carico fino a sera, addirittura ho avuto difficoltà ad addormentarmi, e ho mandato giù la Morpheus con melatonina. Sentivo di poter arrivare tranquillamente al sesto giorno di digiuno (tranquilli: era solo un delirio di onnipotenza passeggero).
Riporterò con totale onestà ciò che ho fatto.
Non ho eseguito il M.D. come da manuale, nello specifico:
- Non sono ricorso ai due giorni di preparazione con graduale riduzione del cibo
- Non mi sono pesato come indicato
Da tempo volevo provare il M.D., l’idea mi girava intesta, ma avevo alcuni timori:
paura della fame, di non farcela, di perdere troppa massa magra, di non riuscire a continuare la mia vita normalmente (lavoro ecc), di scoprire che sarebbe stato uno sforzo inutile.
E così, una domenica mattina mi sono svegliato e in una frazione di secondo ho deciso di digiunare. Decidere in maniera risoluta, senza pianificazione, mi è servito a smettere di pensare e passare all’azione. Una scelta d’urto.
Descriverò quindi un digiuno eseguito come “agito emotivo”, non pianificato e quindi imperfetto ai fini di una matematica registrazione dei reali cambiamenti fisici, ma funzionale a farmi un’idea della sua utilità personale.
I primi tre giorni sono stati i più impegnativi. Il mio corpo non aveva mai affrontato 5 gg di digiuno consecutivi, al massimo due o tre, ma nel corso di malattie che avevano fisiologicamente azzerato l’appetito senza nessuno sforzo da parte mia.
Non sono un medico, farò ricorso alle mie capacità propriocettive per descrivere al meglio le sensazioni, nella speranza di non darvi impressioni fuorvianti.
La mente. IL PRIMO GIORNO ho avvertito una chiara stanchezza mentale. Ho inoltre riscontrato più difficoltà a richiamare le informazioni dalla memoria procedurale, specie nella mia attività lavorativa dove, tastiera alla mano, la routine ti porta a fare le cose in automatico.
Era impegnativo eseguire manualmente ciò che poco prima avveniva automaticamente.
Il corpo mi chiedeva cibo, ma non era la fame il vero problema, bensì il fisiologico calo di energie per chi, come me, è abituato a mettere in bocca qualcosa al primo segnale di fame, e c’era la paura di dover mollare per non mancare ai doveri (lavoro in primis).
L’indomani, ho precauzionalmente preso un giorno di ferie perché volevo stare tranquillo. La mattina, contro ogni mia previsione, ero carico: ho pulito tutta casa, fatto la spesa, ho montato il nuovo tubo doccia e smontato tutti i filtri dei rubinetti che andavano cambiati.
Dopo pranzo, ho sentito il vitale bisogno di dormire.
Solitamente non riesco a dormire nel pomeriggio: anche se il mio corpo è stanco, la mente, perennemente attiva, non me lo consente, al massimo chiudo gli occhi e riposo un po’. Ebbene, questa volta sono crollato in un sonno profondo dal quale non riuscivo a venire fuori.
A fatica, dopo un paio d’ore, mi sono messo in piedi ed ero come rinato: le forze erano tutte li. Stavo bene.
IL TERZO GIORNO sono andato al lavoro. Ero un po’ giù di tono e temevo avrei ceduto alla spossatezza mattutina.
Sono ricorso allora a un ottimo consiglio e ho utilizzato un limone: il succo (e solo il succo) mi ha ridato energia, e la sensazione di avere qualcosa tra i denti ha fatto tacere la mente. Durante il pomeriggio non ho riposato, sono andato al tirocinio e sono tornato a casa alle 21.
Ho cenato. Morpheus e sono svenuto a letto.
Il sonno. Fino a questo momento, il sonno era stato indispensabile per ritrovare le energie nei momenti di spossatezza. Dopo cena, tardava a volte ad arrivare (specie se avevo dormito nel pomeriggio), ma, una volta assopitomi, era molto profondo. Mi è capitato di svegliarmi una o due ore prima del previsto sentendomi vigile. Ma riuscivo a riaddormentarmi fino alle 7:00.
I chetoni. Al quarto giorno, mi sono svegliato alla grande. Il mio copro aveva probabilmente cominciato a produrre chetoni e il mio cervello e il resto a nutrirsene. Mi sentivo “normale”: attenzione, energia, presenza fisica e mentale ecc. Mi sono sentito carico fino a sera, addirittura ho avuto difficoltà ad addormentarmi, e ho mandato giù la Morpheus con melatonina. Sentivo di poter arrivare tranquillamente al sesto giorno di digiuno (tranquilli: era solo un delirio di onnipotenza passeggero).
QUINTO GIORNO. E’ ritornata un po’ di spossatezza e il senso di fame. Il mio corpo voleva mangiare. Grazie al limone non è stato difficile resistere, ma di pomeriggio, dopo l’ufficio, sono dovuto tornare a casa per dormire: non ne potevo fare a meno. Stesso sonno profondo, stessa difficoltà di risveglio, stessa sensazione di rinascita dopo.
Avevo voglia di mangiare, ma mi sono aiutato con due cucchiaini di miele, e dopo con brodo di verdure e integratori. Ho avuto difficoltà ad addormentarmi. Ho letto fino all’una, poi finalmente mi sono addormentato, per svegliarmi comunque in buono stato.
SESTO GIORNO. Ero carico come al 4° gg. Avrei potuto digiunare ancora, ma ho deciso di riprendere la nutrizione come previsto, mangiando verso le 10 una mela. Prima di pranzo ne avrei mangiata volentieri un’altra, ma ho resistito. La sera ho cenato, riprendendo rigorosamente la Paleo.
Cardio. Nel corso del digiuno, ho potuto correre soltanto tre volte: a dire il vero non sarei stato in grado di farlo tutti i giorni, perché l’indomani avvertivo sempre una certa stanchezza alle gambe e la necessità di riposare. Non ho mai corso comunque meno di 30 minuti e rimanendo nell’intervallo di frequenza 140-157 battiti (calcolati con la Ownzone del mio Polar). Il sesto giorno, con la ripresa dell’alimentazione, sono riuscito a correre per 65’ minuti, sempre stessa frequenza.
A cosa mi è servito il M.D.? Cosa è cambiato? Cosa ho imparato? Sono soddisfatto dell’esperienza? Volevo ridurre la massa grassa, e ci sono riuscito, anche se non posso essere preciso sulle quantità. Facendo dei calcoli molto approssimativi, tra prima e dopo, il mio peso è diminuito di circa tre kg. Pinzando la pelle con le dita, ho notato una consistenza diversa del grasso sottostante: è minore la quantità ed è più “morbido”, meno granuloso (perdonate le espressioni). Sono più visibili gli addominali e più assottigliati i fianchi.
Ho avvertito anche la riduzione del tono muscolare, non sono in grado però di accertare in che misura i muscoli abbiano risentito del digiuno, anche perché inizialmente avevo una notevole ritenzione idrica (60%) e potrei aver perso liquidi. Per questo rifarò la valutazione con adipometro a breve, per capirci meglio.
Serendipità. Mettendo da parte il Dimagrimento, sono veramente contento di aver sperimentato il digiuno, perché ho avuto la possibilità di conoscermi meglio, di capire cose di me che altrimenti, forse, non avrei esperito. Parlo del mio rapporto con il cibo, con i messaggi che il mio intestino mi mandava ed io ignoravo da anni, della possibilità di trovare in me energie e risorse altrimenti impensabili, ma soprattutto della possibilità di “cambiare ed educarmi”.
Durante il digiuno, ho continuato la mia vita di tutti i giorni. In questo modo mi è stato possibile distinguere chiaramente i momenti in cui avevo “fame” da quelli in cui sarei ricorso al cibo per ovviare allo stress lavorativo, alla noia, all’abitudine di riempire i vuoti della giornata masticando (un po’ come si fa con le sigarette, le gomme da masticare ecc).
Mi sono reso conto del mio approccio al cibo. La differenza è esattamente quella che c’è tra nutrirsi e alimentarsi. Mi alimentavo in maniera vorace. Non mi rendevo conto di mangiare sempre di corsa, ingoiando il cibo senza apprezzarne davvero il sapore, e non saprei nemmeno perché.
Probabilmente scaricavo sul cibo i ritmi frenetici di tutte le altre attività, non utilizzavo il pranzo per staccare e ritrovare un attimo di calma.
Consumavo velocemente i pasti senza raggiungere un senso vero di sazietà (che ti può dare invece una lunga masticazione).
Durante il digiuno, il succhiare fette di limone per ricavarne solo il succo ed evitare di ingoiarne la polpa al fine di ritrovare energie, mi ha permesso di riflettere sulla differenza tra masticare e ingoiare cibo e il significato dei famosi “36 morsi” prima della deglutizione consigliati dai medici, che da piccolo mi facevano sbadigliare al solo pensiero: chi non “sbrocca” dopo il 15mo/20mo atto masticatorio? Ho definitivamente appurato di essere un caffeinomane. Ho avuto tutti i sintomi di astinenza dalla caffeina: mal di testa, malumore, dolore agli occhi, spossatezza.
Sapevo di gradire molto il caffè e di averne in alcuni periodi abusato davvero tanto, al punto da doverlo bere, non per stare sveglio, ma per mantenere il normale stato di veglia. Ora però ho capito quanto dipendessi dalla caffeina e quanto male questa sostanza può fare.
L’intestino si è svuotato totalmente, la pancia si è sgonfiata tornando piatta con una sensazione veramente piacevole.
Perché quando hai la pancia piena d’aria, ti puoi uccidere di crunch inversi, alla barra o come ti pare, ma l’addome non si appiattisce e la delusione è tanta. Il corpo si è disintossicato. La colite è ovviamente migliorata. L’irritazione è diminuita notevolmente specie in prossimità dell’ultimo giorno di digiuno, quando al tatto la pancia era notevolmente trattabile e morbida.
Stavo così bene che avevo paura di riprendere a mangiare e scoprire che tutto sarebbe tornato come prima. Per fortuna le cose non sono andate così.Prima di digiunare, ero in paleo, però ogni tanto mi concedevo qualche strappo alla regola. Ora so perché quegli strappi non vanno fatti.
Sono tornato ad una paleo rigorosa, sto evitando il caffè (con grande fatica), sto cercando di tenere bene a mente le nuove acquisizioni e masticare bene e con calma. Ogni pasto è diventato un momento di relax, in cui mi prendo tutto il tempo che mi occorre, il cibo ha un sapore diverso, la sensazione di riempimento è maggiore, la pancia non si gonfia, la digestione è più agevole e la funzionalità intestinale ha ripreso ottimamente. Ho iniziato a cimentarmi con La preparazione di dolci Paleo per gratificarmi ogni tanto senza avvelenarmi nuovamente. I muffin sono davvero buoni.
Mi è più facile ora controllare lo stress ed evitare di ricorrere al cibo come palliativo. Se mi trovo in giro e non posso mangiare, non divento irritabile e non vado in agitazione.
La memoria dell’esperienza mi da la forza mentale di gestire la fame in maniera diversa, più controllata, e di avere controllo del cibo invece di essere dominato dal cibo stesso (specie dal Junk Food).
Mesi fa, se mi avessero detto: tu scriverai un tale resoconto, avrei probabilmente dubitato con scetticismo. Dipendevo dai carboidrati, dal caffè, ricorrevo a dolci e cioccolata per le mie botte di serotonina e tutto mi sembrava normale. Non mettevo in discussione il mio comportamento alimentare e, se ci avessi provato, non lo avrei saputo fare come ora.
Mi guardo intorno e vedo come la maggior parte della gente si alimenta, quasi nessuno si “nutre”.
Mangia ciò che capita, quando capita, perché la vita frenetica che conduciamo ci impone questa nuova forma malsana di adattamento ad un ambiente sempre più stressante e patogeno.
Non avevo un’idea personale sul significato di “mangiare”, lo facevo perché è un gesto naturale che si fa quando si ha fame, per sopravvivere. A nessuno normalmente viene in mente di chiedersi: perché respiriamo? E Smette di farlo per darsi una risposta. Feurbach scrisse: “Noi siamo ciò che mangiamo”. Ma il modo di mangiare non è meno importante. Anzi!
Con la consapevolezza acquisita, mi rammarico di non aver pianificato il digiuno come postulato da Claudio;
è sicuramente più efficace ricorrere ai due giorni di preparazione, specie per il primo digiuno (per eliminarli eventualmente solo dopo aver acquisito una certa esperienza personale a riguardo); è fondamentale pesarsi giornalmente, parametrando al meglio i cambiamenti e le reazioni del proprio organismo. A chi si sottoponesse per la prima volta al digiuno, consiglierei anche di registrare in un diario giornaliero tutte le proprie sensazioni fisiche e mentali, perché sia più facile alla fine capire quello che l’esperienza ha da insegnare.
Siete ancora svegli? Per concludere.
Consiglio vivamente il digiuno modificato a tutte le persone sane e consapevoli dei propri mezzi, o a quelle sane seguite da qualcuno che sia consapevole al posto loro e possa monitorarli. Lo consiglio a chi vuole dimagrire, ma soprattutto a chi vuole imparare a conoscersi meglio e modificare il proprio rapporto con il cibo laddove questo manifesti una qualsiasi anomalia. Se avete anche dei minimi sospetti a riguardo, vi ricordo una citazione del mitico R. De Niro: “quando hai il minimo dubbio, non v’è alcun dubbio”.
Sento di consigliarlo pure a chi, come me, soffre di sindrome del colon irritabile, laddove questa sia stata opportunamente diagnosticata escludendo altre possibili eziologie organiche a carico dell’intestino. Posso testimoniare la quasi totale scomparsa del problema grazie alla funzione disintossicante del digiuno; alla salutare efficacia della Paleo Diet – senza sgarri che non siano paleo anch’essi; ma soprattutto all’acquisizione di una nuova condotta alimentare.
Scegliere i cibi di cui ci nutriamo e il modo di farlo, non può essere un gesto inconsapevole dettato dalla routine quotidiana, dalle mode, dalle multinazionali alimentari, dalla mancanza di tempo.
Dobbiamo ascoltare il proprio corpo per sapere cosa e come mangiare.
Buon digiuno.
Marcello Bari- Personal Trainer BIIOSystem – irosando@gmail.com
Avevo voglia di mangiare, ma mi sono aiutato con due cucchiaini di miele, e dopo con brodo di verdure e integratori. Ho avuto difficoltà ad addormentarmi. Ho letto fino all’una, poi finalmente mi sono addormentato, per svegliarmi comunque in buono stato.
SESTO GIORNO. Ero carico come al 4° gg. Avrei potuto digiunare ancora, ma ho deciso di riprendere la nutrizione come previsto, mangiando verso le 10 una mela. Prima di pranzo ne avrei mangiata volentieri un’altra, ma ho resistito. La sera ho cenato, riprendendo rigorosamente la Paleo.
Cardio. Nel corso del digiuno, ho potuto correre soltanto tre volte: a dire il vero non sarei stato in grado di farlo tutti i giorni, perché l’indomani avvertivo sempre una certa stanchezza alle gambe e la necessità di riposare. Non ho mai corso comunque meno di 30 minuti e rimanendo nell’intervallo di frequenza 140-157 battiti (calcolati con la Ownzone del mio Polar). Il sesto giorno, con la ripresa dell’alimentazione, sono riuscito a correre per 65’ minuti, sempre stessa frequenza.
A cosa mi è servito il M.D.? Cosa è cambiato? Cosa ho imparato? Sono soddisfatto dell’esperienza? Volevo ridurre la massa grassa, e ci sono riuscito, anche se non posso essere preciso sulle quantità. Facendo dei calcoli molto approssimativi, tra prima e dopo, il mio peso è diminuito di circa tre kg. Pinzando la pelle con le dita, ho notato una consistenza diversa del grasso sottostante: è minore la quantità ed è più “morbido”, meno granuloso (perdonate le espressioni). Sono più visibili gli addominali e più assottigliati i fianchi.
Ho avvertito anche la riduzione del tono muscolare, non sono in grado però di accertare in che misura i muscoli abbiano risentito del digiuno, anche perché inizialmente avevo una notevole ritenzione idrica (60%) e potrei aver perso liquidi. Per questo rifarò la valutazione con adipometro a breve, per capirci meglio.
Serendipità. Mettendo da parte il Dimagrimento, sono veramente contento di aver sperimentato il digiuno, perché ho avuto la possibilità di conoscermi meglio, di capire cose di me che altrimenti, forse, non avrei esperito. Parlo del mio rapporto con il cibo, con i messaggi che il mio intestino mi mandava ed io ignoravo da anni, della possibilità di trovare in me energie e risorse altrimenti impensabili, ma soprattutto della possibilità di “cambiare ed educarmi”.
Durante il digiuno, ho continuato la mia vita di tutti i giorni. In questo modo mi è stato possibile distinguere chiaramente i momenti in cui avevo “fame” da quelli in cui sarei ricorso al cibo per ovviare allo stress lavorativo, alla noia, all’abitudine di riempire i vuoti della giornata masticando (un po’ come si fa con le sigarette, le gomme da masticare ecc).
Mi sono reso conto del mio approccio al cibo. La differenza è esattamente quella che c’è tra nutrirsi e alimentarsi. Mi alimentavo in maniera vorace. Non mi rendevo conto di mangiare sempre di corsa, ingoiando il cibo senza apprezzarne davvero il sapore, e non saprei nemmeno perché.
Probabilmente scaricavo sul cibo i ritmi frenetici di tutte le altre attività, non utilizzavo il pranzo per staccare e ritrovare un attimo di calma.
Consumavo velocemente i pasti senza raggiungere un senso vero di sazietà (che ti può dare invece una lunga masticazione).
Durante il digiuno, il succhiare fette di limone per ricavarne solo il succo ed evitare di ingoiarne la polpa al fine di ritrovare energie, mi ha permesso di riflettere sulla differenza tra masticare e ingoiare cibo e il significato dei famosi “36 morsi” prima della deglutizione consigliati dai medici, che da piccolo mi facevano sbadigliare al solo pensiero: chi non “sbrocca” dopo il 15mo/20mo atto masticatorio? Ho definitivamente appurato di essere un caffeinomane. Ho avuto tutti i sintomi di astinenza dalla caffeina: mal di testa, malumore, dolore agli occhi, spossatezza.
Sapevo di gradire molto il caffè e di averne in alcuni periodi abusato davvero tanto, al punto da doverlo bere, non per stare sveglio, ma per mantenere il normale stato di veglia. Ora però ho capito quanto dipendessi dalla caffeina e quanto male questa sostanza può fare.
L’intestino si è svuotato totalmente, la pancia si è sgonfiata tornando piatta con una sensazione veramente piacevole.
Perché quando hai la pancia piena d’aria, ti puoi uccidere di crunch inversi, alla barra o come ti pare, ma l’addome non si appiattisce e la delusione è tanta. Il corpo si è disintossicato. La colite è ovviamente migliorata. L’irritazione è diminuita notevolmente specie in prossimità dell’ultimo giorno di digiuno, quando al tatto la pancia era notevolmente trattabile e morbida.
Stavo così bene che avevo paura di riprendere a mangiare e scoprire che tutto sarebbe tornato come prima. Per fortuna le cose non sono andate così.Prima di digiunare, ero in paleo, però ogni tanto mi concedevo qualche strappo alla regola. Ora so perché quegli strappi non vanno fatti.
Sono tornato ad una paleo rigorosa, sto evitando il caffè (con grande fatica), sto cercando di tenere bene a mente le nuove acquisizioni e masticare bene e con calma. Ogni pasto è diventato un momento di relax, in cui mi prendo tutto il tempo che mi occorre, il cibo ha un sapore diverso, la sensazione di riempimento è maggiore, la pancia non si gonfia, la digestione è più agevole e la funzionalità intestinale ha ripreso ottimamente. Ho iniziato a cimentarmi con La preparazione di dolci Paleo per gratificarmi ogni tanto senza avvelenarmi nuovamente. I muffin sono davvero buoni.
Mi è più facile ora controllare lo stress ed evitare di ricorrere al cibo come palliativo. Se mi trovo in giro e non posso mangiare, non divento irritabile e non vado in agitazione.
La memoria dell’esperienza mi da la forza mentale di gestire la fame in maniera diversa, più controllata, e di avere controllo del cibo invece di essere dominato dal cibo stesso (specie dal Junk Food).
Mesi fa, se mi avessero detto: tu scriverai un tale resoconto, avrei probabilmente dubitato con scetticismo. Dipendevo dai carboidrati, dal caffè, ricorrevo a dolci e cioccolata per le mie botte di serotonina e tutto mi sembrava normale. Non mettevo in discussione il mio comportamento alimentare e, se ci avessi provato, non lo avrei saputo fare come ora.
Mi guardo intorno e vedo come la maggior parte della gente si alimenta, quasi nessuno si “nutre”.
Mangia ciò che capita, quando capita, perché la vita frenetica che conduciamo ci impone questa nuova forma malsana di adattamento ad un ambiente sempre più stressante e patogeno.
Non avevo un’idea personale sul significato di “mangiare”, lo facevo perché è un gesto naturale che si fa quando si ha fame, per sopravvivere. A nessuno normalmente viene in mente di chiedersi: perché respiriamo? E Smette di farlo per darsi una risposta. Feurbach scrisse: “Noi siamo ciò che mangiamo”. Ma il modo di mangiare non è meno importante. Anzi!
Con la consapevolezza acquisita, mi rammarico di non aver pianificato il digiuno come postulato da Claudio;
è sicuramente più efficace ricorrere ai due giorni di preparazione, specie per il primo digiuno (per eliminarli eventualmente solo dopo aver acquisito una certa esperienza personale a riguardo); è fondamentale pesarsi giornalmente, parametrando al meglio i cambiamenti e le reazioni del proprio organismo. A chi si sottoponesse per la prima volta al digiuno, consiglierei anche di registrare in un diario giornaliero tutte le proprie sensazioni fisiche e mentali, perché sia più facile alla fine capire quello che l’esperienza ha da insegnare.
Siete ancora svegli? Per concludere.
Consiglio vivamente il digiuno modificato a tutte le persone sane e consapevoli dei propri mezzi, o a quelle sane seguite da qualcuno che sia consapevole al posto loro e possa monitorarli. Lo consiglio a chi vuole dimagrire, ma soprattutto a chi vuole imparare a conoscersi meglio e modificare il proprio rapporto con il cibo laddove questo manifesti una qualsiasi anomalia. Se avete anche dei minimi sospetti a riguardo, vi ricordo una citazione del mitico R. De Niro: “quando hai il minimo dubbio, non v’è alcun dubbio”.
Sento di consigliarlo pure a chi, come me, soffre di sindrome del colon irritabile, laddove questa sia stata opportunamente diagnosticata escludendo altre possibili eziologie organiche a carico dell’intestino. Posso testimoniare la quasi totale scomparsa del problema grazie alla funzione disintossicante del digiuno; alla salutare efficacia della Paleo Diet – senza sgarri che non siano paleo anch’essi; ma soprattutto all’acquisizione di una nuova condotta alimentare.
Scegliere i cibi di cui ci nutriamo e il modo di farlo, non può essere un gesto inconsapevole dettato dalla routine quotidiana, dalle mode, dalle multinazionali alimentari, dalla mancanza di tempo.
Dobbiamo ascoltare il proprio corpo per sapere cosa e come mangiare.
Buon digiuno.
Marcello Bari- Personal Trainer BIIOSystem – irosando@gmail.com