Dopo le prime iniziali (e giustificate) resistenze il mio digiuno modificato si è diffuso nel mondo del fitness e della gente comune, sdoganandosi così da un aurea di brivido, terrore e raccapriccio costruito intorno da medici bronto-nazional-popolar-televisivi e la vecchia scuola della palestra legata al riso/pollo con relative bombe a profusione.
Con questo articolo intendo fare un po’ di chiarezza sui meccanismi fisiologici e antropologici che mi hanno permesso di consigliare un strategia decisamente estrema come il digiuno, anzi il Muscle Detox, attirandomi diverse critiche dal tutto il nostro settore e anche dalla comunità medica.
Inizio con il dire che il primo scettico ero proprio io, cresciuto nel mondo delle palestre anni ’80-’90, quando per una terrificante pseudo-cultura pseudo-scientifica, se mancavi un pasto allo scadere delle tre ore, ti coglievano subito i fulmini della inarrestabile e irreversibile perdita muscolare.
Per anni sono andato avanti cosi, guardando con sospetto chi (sopratutto adepti delle religioni orientali e medio-orientali) digiunava, dicendomi sempre che non era proprio il caso da applicare la mio sport. Tuttavia, attorno al 1997-98, mi ero oramai accorto che quasi qualunque cosa che mi avevano detto all’ epoca i “grandi saggi della cultura fisica” (tra l’ altro gli stessi che adesso mi insultano ogni giorno su facebook, definendomi “fenomeno mediatico”) erano del tutto sballate.
Sappiamo tutti quali; allenamenti giornalieri fino al tramonto, niente scarico, esercizi di isolamento, i grassi fanno ingrassare, senza bombe non si cresce e via via cosi, fino a chi la sparava più sempre grossa. Quindi ad un certo decisi di provare se veramente, stando senza mangiare per un certo numero di giorni, si perdeva cosi tanta massa muscolare come dicevano.
Come sempre, mi documentai su più fonti e poi finalmente lo provai su alcuni miei atleti, se vogliamo anche con una certa curiosità di provare un campo completamente nuovo, almeno per l’ ambiente del fitness.
Dopo i primi successi, non mi fermai, continuai ancora su centinaia di soggetti e solo dopo aver riscontrato l’assoluta mancanza di problematiche (tranne alcune reazioni, comunque controllabili) scrissi il mio primo articolo sul digiuno solo 13 anni dopo (nel 2010), proprio per essere sicuro di avere tutti i dati a disposizione per consigliare, in tutta sicurezza, dei periodi senza cibo.
Ma quali erano questi dati? Quando iniziai a studiare la fisiologia del digiuno, scoprii con mia grande sorpresa essere studiata fin dal 1800, con tanto di libro chiamato appunto “Fisiologia del digiuno” di Luigi Luciani, (nella foto sotto, professore di fisiologia dell’ Università di Firenze) pubblicato più di 120 anni fa, nel lontano 1889.
La cosa da tener chiara è che nel digiuno il nostro organismo cerca di proteggere la massa muscolare (fondamentale per avere la forza di andare a cacciare nuovo cibo ed evitare cosi che il digiuno si possa prolungare troppo) e quindi per la maggior parte le calorie provengono dalle riserve di glucidi e di lipidi. Tuttavia una piccola quota di proteine devono essere utilizzate già nel digiuno notturno, in quanto il glucosio necessario per il cervello (circa 140-150 grammi) non può provenire tutta la notte dagli stock del fegato, limitati in glicogeno.
Quindi se il digiuno dura alcuni giorni, i muscoli perdono degli aminoacidi, specialmente alanina, i quali vengono captati dal fegato e reni e servono per produrre glucosio. Per un uomo di 70 Kg la cui spesa energetica basale è di 1800 calorie, dopo il secondo giorno di digiuno la perdita di proteine di origine muscolare è di 75 grammi, mentre il tessuto adiposo cede nello stesso tempo 160 grammi di trigliceridi e il fegato fornisce 180 grammi di glucosio.
Non è una perdita enorme, che tuttavia per un digiuno di 5-7 giorni come da me consigliato, può portare ad un calo della massa muscolare di 375-525 grammi totali. Ma non è un grosso problema, perchè può essere facilmente tamponata con l’utilizzo di aminoacidi come supplemento, perchè nei muscoli lo stock di alanina è ricostituito dal catabolismo di leucina, isoleucina e valina.
Li avete riconosciuti? Si, non sono altro che i gloriosi e nostri amici da sempre, cioè i ramificati. Comunque altri aminoacidi concorrono alla formazione del glucosio e sono: glutammina, serina, glicina, asparigina, prolina e teronina; per questo motivo ho anche aggiunto nel programma Muscle Detox anche generose quantità di glutammina, proprio per limitare al minimo (direi anche quasi del tutto) il catabolismo muscolare.
Quindi, nel corso del digiuno il glucosio proviene dai depositi di glicogeno epatico, i quali si esauriscono rapidamente e poi dagli aminoacidi, dall’acido lattico, dall’ acido piruvico e dal glicerolo. Il piruvato è uno dei composti di partenza dai quali è possibile avviare la gluconeogenesi o la conversione in alanina.
Gluconeogenesi e chetoni
La gluconeogenesi è un processo metabolico mediante il quale, in caso di necessità dovuta ad una carenza di glucosio nel flusso ematico, un composto non glucidico viene convertito in glucosio, quali piruvato, lattato, glicerolo e amminoacidi.
Nelle attività sportive di tipo anaerobico la glicolisi è la principale modalità di produzione energetica nella massa muscolare. Questo provoca una grande liberazione di piruvato e, conseguentemente, una elevata produzione di acido lattico, capace di compromettere le prestazioni sportive acidificando l’ambiente muscolare.Gli aminoacidi forniscono il 60% di questo glucosio neoformato, mentre il lattato e il piruvato danno il 25% e il glicerolo il 15%. I muscoli liberano appunto alanina, che è captata dal fegato che la trasforma in glucosio.
Questo glucosio è poi liberato nel sangue e i muscoli che lo utilizzano lo trasformano in acido piruvico e lattico. Il fegato e reni ridanno del glucosio a partire dal piruvato e dal lattato. In sostanza, nel corso di un digiuno da 2 a 5 giorni, per un adulto con un metabolismo basale di 1800 calorie, questo consumo proviene da 75 grammi di proteine (300 calorie) e 166 grammi di trigliceridi (1500 calorie). Il glucosio epatico proviene dalla proteine e dal glicerolo (10% dei trigliceridi) e dal riciclaggio degli acidi lattico e piruvico. I muscoli utilizzano gli acidi grassi liberati direttamente nel circolo del tessuto adiposo o i corpi chetonici (acetoacetato e beta-idrossi-butirrato) provenienti dall’ ossidazione epatica degli acidi grassi.
Ma con i chetoni arriviamo ad una delle più aspre e leggendarie obiezioni sul digiuno da parte della comunità medica e cioè che il cervello, al contrario degli altri tessuti, sarebbe capace di utilizzare solo il glucosio; ma poichè le riserve di glucosio bastano per un solo giorno o poco più, il corpo è costretto ad utilizzare le proteine per produrre lo zucchero necessario al cervello.
Non solo, ma sempre secondo i medici, durante un digiuno, aumentano appunto i corpi chetonici, capaci di danneggiare gravemente la salute. In realtà, vari studi hanno hanno dimostrato che il cervello è dotato di enzimi in grado di metabolizzare i corpi chetonici. In particolare, è stato dimostrato che il cervello, durante un digiuno, è in grado di utilizzare proprio i corpi chetonici per produrre gli zuccheri necessari.
Quando i chetoni raggiungono un valore di soglia nel sangue, l’organismo e, in particolare, le cellule del sistema nervoso, li utilizzano per produrre energia, senza utilizzare gli aminoacidi (sempre per preservare la massa muscolare): si tratta di un adattamento fisiologico ancestrale, che consente anche di risparmiare sulle preziosissime proteine. Questa è un ulteriore prova che il nostro organismo è perfettamente tarato per stare a digiuno, tanto che nel giro di poche ore, già sa cosa deve fare:
Un meccanismo pressochè perfetto e, si sa, c’è solo una cosa che rende perfetti: la pratica. Se invece il digiuno non facesse parte integrante del nostro patrimonio genetico, non pensate che il nostro organismo impazzirebbe dando segnali di fame ogni giorno, a tutti i minuti e andando in confusione su tutto, compreso da quale fonte energetica prendere le calorie, quindi magari massacrando i muscoli?
Nel 2005, un gruppo di ricercatori danesi pubblicarono uno studio*** sul digiuno sul prestigioso Journal Applied of Physiology.
Questa è la loro introduzione alla ricerca: “Il nostro genoma è stato probabilmente selezionato durante il periodo tardo-paleolitico (50,000-10,000 AC), durante un periodo in cui l’uomo era cacciatore-raccoglitore. A quel tempo non vi erano garanzie a trovare cibo, con conseguenti alterni periodi di abbondanza e di carestia. Inoltre, l’attività fisica doveva essere una parte della vita quotidiana dei nostri antenati, per il foraggio e quindi la caccia per il cibo. Queste oscillazioni cicliche oscillazioni tra periodi di abbondanza e carestie, e quindi in anche in riserve di energia, nonché tra esercizio e di riposo, hanno caratterizzato il periodo tardo-paleolitico, che hanno guidato la selezione di geni coinvolti nella regolazione del metabolismo. Così il nostro genotipo selezionato secoli fa per favorire un ambiente con oscillazioni di riserve energetiche esiste ancora, con poche o nessuna modifica.”
Del resto anche per gli animali è cosi, per esempio quando stanno male; se un cervo, un lupo, un cinghiale si ammala o è ferito e ovviamente non può più andare a caccia, chi gli porta da mangiare? Così si rintanano, da soli, in un luogo isolato e non toccano cibo, aspettando che il tempo guarisca il tutto. Dopo milioni di anni, per selezione naturale, non mangiare per certi periodi è pertanto diventato in molti esseri viventi la condizione normale e ottimale per guarire. Del resto chi ha un gatto o un cane può averlo notato; anche gli animali domestici, quando stanno male, fanno ancora così, cioè si rintanano da soli e non mangiano. Ma ritorniamo alla fisiologia.
Durante i primi 5 giorni di digiuno, il tasso di ormone della crescita (che ricordo tende a ossidare i grassi ed aumentare la massa muscolare) aumenta per i primi due giorni 5 volte il valore prodotto nelle 24 ore* (Tabella 1), per poi progressivamente tornare al valore di base; quindi fare ciclicamente un digiuno di 5 giorni ha decisamente molto senso, senza nessun rischio di perdita di massa muscolare.
I restanti 36 grammi di glucosio vengono consumati dai globuli rossi e bianchi, mentre tutti gli altri tessuti utilizzano gli acidi grassi e i corpi chetonici come fonte di energia. Questo potrebbe spiegare perchè i soggetti che effettuano un digiuno senza controllo, senza aminoacidi e prolungato oltre i 5-7 giorni, quando riprendono a mangiare riprendono generalmente più grasso di prima, in quanto il metabolismo si è oramai abbassato e il lipolitico ormone della crescita è ormai tornato ai livelli iniziali.
Questo non succede con il Muscle Detox (MD), in quanto il digiuno vero e proprio viene interrotto volutamente proprio al quinto giorno, in modo da evitare l’ abbassamento del metabolismo basale e dell’ ormone della crescita. Detto questo, a questo punto si deve lavorare per enfatizzare ancora di più il lavoro dell’ ormone della crescita, magari aggiungendo nel programma MD (oltre ai già noti ramificati e glutammina) un prodotto a base di arginina o altre sostanze GH-stimolanti a ridosso del maggior picco cioè attorno alle ore 24:00.
Ricapitolando, il Gh viene stimolato dal digiuno, fino a 5 volte del valore di base nelle 24 ore normalmente e molto di più con prodotti mirati, consentendo in questo un lavoro di altissima qualità a carico di quest’ ormone:
L’ effetto lipolitico del GH a con il digiuno è straordinario (tabella 2); dopo 2 giorni circa (32 ore) il valore degli acidi grassi liberi è del triplo rispetto al valore iniziale, mentre al terzo giorno (56 ore) aumenta di un ulteriore 20%, denotando cosi che ci stiamo avvicinando ad un limite.
La loro risposta ufficiale è che, secondo uno studio del 1983, il digiuno fa male al cuore, perchè ridurrebbe la sua massa muscolare.
Sono andato a vedere questa ricerca, pubblicato su Annal Internal Medicine nel 1983, condotto da Wadden dell’ Università della Pennsylvania, e in realtà dice solo che le diete a bassissime calorie (Very Low Calories Diet o VLCD cioè sotto le 800 calorie giornaliere) o il digiuno, potrebbero avere un effetto sulla riduzione della massa muscolare del cuore, ma non afferma che questo sia irreversibile o, peggio, dannoso per il sistema cardiaco.
Tra l’ altro, senza temere di essere smentito, da che mondo è mondo, un muscolo (e il cuore lo è mi sembra) quando perde massa per insufficiente apporto alimentare, ritorna di dimensioni assolutamente normali quando l’apporto di cibo ritorna regolare, senza particolari conseguenze.
Tra l’ altro leggo e sento dai medici anche la solita ridicola solfa dei danni ai reni provocati dal digiuno, in quanto la massa magra viene convertita in energia, con conseguente sovraccarico epatico, ma in questo studio (cioè quello che impedisce a tutti i nutrizionisti del globo terracqueo di consigliarlo) non ve ne è traccia.
Ma la cosa più sorprendente che Wadden non dice affatto che il digiuno modificato (cioè con l’ aggiunta di proteine/aminoacidi) fa male al cuore, ma nelle sue conclusione afferma esattamente il contrario:
“In contrapposizione alle precedenti diete “proteine liquide” che sono state associate con almeno 60 morti, le diete ipocaloriche a basso contenuto di proteine di qualità superiore appaiono sicure se limitate a 3 mesi o meno sotto attento controllo medico.Prove di questa sicurezza sono fornita dai risultati del monitoraggio Holter (uno strumento portatile in grado di monitorare in maniera continua l’attività elettrica del cuore per 24 o più ore ndr ) e il fatto che nessuno decesso legati all’alimentazione sono stati segnalati in oltre 10 000 casi. Il problema principale da risolvere è il mantenimento delle perdite grande peso raggiunto con queste diete.”
Insomma, per quanto possa sembrare incredibile, la ricerca di riferimento della comunità scientifica mondiale che dovrebbe sconsigliare il digiuno modificato o comunque le VLCD per presunte problematiche cardiache, in realtà afferma che questa pratica è assolutamente sicura. Quando parla delle morti, come è chiaro, si riferisce alle diete liquide anni ’70 (abbandonate quindi da più di 30 anni), in cui venivano utilizzate proteine di scarsa qualità, come il collagene idrolizzato.
L’ unico dubbio che ha è quello che il peso perduto con le VLCD alla fine possa essere recuperato con il tempo, ma è il problema di tutte le diete al mondo e non certo solo del digiuno modificato, anche se con la Paleo Diet sono convinto di aver risolto anche questo ostacolo. Poi, visto che lo studio era del 1983, quindi un po’ datato, ho controllato se c’ erano degli studi più recenti e ho trovato una meta-analisi (cioè una comparazione di tutte le ricerche su un dato argomento) sulle VLCD, curato sempre dallo stesso autore, Wadden e pubblicato sulla rivista scientifica Obesity (2006- 14, 1283–1293; doi: 10.1038/oby.2006.146).
Sono andato a vedere se più di venti anni di esperienza in più sul digiuno modificato/VLCD poteva aver raccolto maggiori informazioni sugli effetti collaterali. Gli studiosi chiariscono subito che ““Nessuno studio ha segnalato eventuali gravi eventi avversi attribuibili alla VLCD.”; tuttaviasono segnalati intolleranza al freddo, perdita di capelli, mal di testa, stanchezza, vertigini, deplezione del volume sanguigno (con anomalie all’ elettroliti come il sodio), crampi muscolari e costipazione, ma questi effetti collaterali sono “generalmente di bassa entità, transitori e facilmente gestibili”.
Diverso il caso della colelitiasi, cioè dell’ aumento della possibilità di avere calcoli biliari riscontrato nel 25% dei soggetti a VLCD, ma come chiariscono subito i ricercatori, sono generalmente asintomatici e comunque si sono sviluppati solo dopo diversi mesi di dieta, cosa che peraltro con il Muscle Detox è impossibile perchè dura solo 5 giorni.
Non solo, ma secondo uno studio italiano del 1998 dell’ Università di Chieti, per abbassare a zero le probabilità dello sviluppo di calcoli biliari, basta aggiungere 7-12 grammi di grassi al VLCD-digiuno modificato, perchè probabilmente mantengono un adeguato svuotamento della cistifellea ( un piccolo organo situato vicino al fegato che collabora ai processi della digestione concentrando la bile che verrà riversata nel duodeno dopo il pasto) che potrebbe così controbilanciare il processo di formazione dei calcoli che agiscono durante la perdita di peso.
Omega 3 e olio d’oliva per fare il Muscle Detox in massima sicurezza
Conseguentemente mi sento di consigliare un apporto lipidico extra durante il Muscle Detox, consistente in 5 grammi di olio extravergine di oliva e 5 grammi di Omega 3, sia annullare quindi la remota possibilità di formazione di calcoli biliari, sia per mantenere attivi gli enzimi deputati all’ ossidazione dei grassi, senza inficiare l’ efficacia finale del programma, vista la quantità estremamente limitata.
Ma leggendo tutta la meta-analisi dell’ Università della Pennsylvania scopro finalmente questi mitologici danni al cuore derivanti dalle VLCD/digiuno e…farmaci! Si, perchè nel 2006 la Direzione generale Salute e tutela dei consumatori dell’ Unione europea pubblicò un rapporto in cui si affermava: “non ci sono stati morti documentate attribuibili alle VLCD da quando includono dai primi anni 1980 di proteine di alta qualità (ad esempio, latte, uova, o di soia). (…) Tuttavia negli Stati Uniti, dove sono stati utilizzati dexfenfluramina e fenfluramina ( farmaci dati con VLCD ndr) per periodi più lunghi che in Europa, questi farmaci sono risultati associati con la malattia delle valvole cardiache.”
Ricapitolando, per la stessa medicina ufficiale il digiuno modificato o diete comunque VLCD non hanno nessun effetto collaterale e i danni al cuore ci sono solo quando si danno i farmaci anoressizzanti (che danno loro tanto per non perdere l’ abitudine a dare medicine “a prescindere”), che nel Muscle Detox ovviamente non sono contemplati. Ma non è finita qui, perchè l’ incredibile caccia alla streghe verso il digiuno modificato da parte della stragrande maggioranza della comunità medica, basata su effetti collaterali che non esistono (e se ci sono la colpa è di loro stessi che danni farmaci a cavolo), ha ricevuto un altro duro colpo alla loro credibilità.
Infatti nel giugno di quest’ anno, la rivista “Diabetologia” ha pubblicato uno studio shock (tale solo per i dottori ovviamente…) in cui un gruppo di diabetici di tipo II, dopo 2 mesi di una VLCD, ha normalizzato tutti i parametri: insomma dopo non aveva più il diabete!
Effetti di otto settimane di intervento dietetico su (a) glucosio plasmatico, (b) produzione glucosio epatico (HGP) e (c) contenuto epatico ditriacilglicerolo (TG) per i partecipanti diabetici (triangoli neri).
I cerchi bianchi indicano la media per il peso del gruppo di controllo dei non-diabetici.
I dati sono mostrati come media ± SE
Sono andato a vedere i dettagli di questo studio, svolto dall’ Università di Newcastle e in pratica si tratta di un Muscle Detox allungato, in quanto tramite un sostitutivo del pasto, i diabetici ingerivano giornalmente poca roba e cioè circa 60 grammi di carboidrati, 42 grammi di proteine, 9 grammi di grassi + tre porzioni di verdura al giorno e vitamine/minerali.
Durante i due mesi non è stato osservato nessun effetto collaterale negativo e i ricercatori (Roy Taylor e coll. dell’Università di Newcastle), hanno concluso che «Le cellule del pancreas che producono insulina nel diabete di tipo 2 sono come in sonno. Ma quando il livello del grasso nel pancreas è stato ridotto le abbiamo viste tornare completamente alla loro funzione normale. E questo è effettivamente notevole».
Tre mesi dopo l’inizio della sperimentazione e aver ripreso un’alimentazione pressochè normale (ovviamente con porzioni controllate e cibi adatti) sette degli undici pazienti erano ancora liberi dal diabete.
Bisogna certamente sottolineare che, anche se diabetici, non si possono certo tenere delle persone con un cosi basso apporto di cibo per molto tempo, ma è un fatto che una malattia considerate incurabile, possa essere facilmente domata semplicemente con l’ alimentazione e senza farmaci, magari appunto provando ad effettuare dei periodici periodi di Muscle Detox, alternati ad un alimentazione più normale ed efficiente come la Paleo Diet.
Insomma qualcosa di differente che dare solo farmaci ipoglicemizzanti e basta, per esempio…
Secondo me, la comunità medica, sullo slancio di questo studio di “Diabetologia”, potrebbe effettuare ulteriori ricerche per cercare di risolvere il problema di una malattia che entro 20 anni conterà circa 300 milioni di persone in tutto il mondo. Ma non sarà assolutamente cosi; riporto alcuni incredibili commenti dei nostri baroni il giorno dell’ uscita dello studio inglese:
Mi fermo qui per carità di patria, perchè ce ne sono anche altri ancora peggiori, perchè appare chiaro che guarire le malattie con l’ alimentazione non ha proprio voglia nessuno.
Vorrei però chiarire che non è proponibile affamare la gente per mesi, (anche perchè sarebbe assolutamente impossibile sul lungo periodo), ma estrapolare i dati scaturiti da questa ricerca ed altre sulle VLCD/digiuno modificato, per cercare magari di consigliare cicli periodici di queste strategie e migliorare salute, efficienza, maggiore massa magra, meno grasso, maggiore performance sportiva e magari malattie cronico degenerative.
Ma, secondo voi, dopo aver letto gli entusiastici commenti dei nostri medici più illustri, sarà mai possibile?
Qui siamo di fronte a qualcosa di inconcepibile; i medici e i nutrizionisti del mondo non consigliano il digiuno perchè gli studi dicono che fa male al cuore, ma quando vai a leggere queste ricerche tutto questo non viene riportato e anzi l’ autore che avrebbe affermato dei problemi al cuore, scrive più volte esattamente il contrario e cioè che le VLCD sono assolutamente sicure.
Non solo, si scopre pure che il digiuno modificato fa guarire il diabete, ma non va bene lo stesso perchè “ non è adatta a tutti i pazienti e soprattutto non sappiamo cosa accade quando poi si ritorna a mangiare normalmente”; “il campione preso in esame è ancora troppo ristretto per esultare”e“…il follow-up deve durare alcuni anni”.
Infine, quando ad alcuni soggetti hanno avuto veramente problemi al cuore con le VLCD è stato solo quando proprio alcuni medici illuminati hanno dato dei farmaci: insomma siamo alla follia allo stato più puro.
Insomma, il MD è una pratica assolutamente sicura, efficace e praticata da migliaia di persone con risultati eccellenti, senza alcun problema di sorta, capace anche di curare malattie considerate incurabili come il diabete: a voi la scelta.
Le informazioni contenute in questo articolo hanno fini puramente divulgativi e non intendono in alcun modo sostituire il parere dei professionisti del settore sanitario. Consultate il vostro medico prima di iniziare qualsiasi programma di esercizio o integrazione nutrizionale.
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